Allergie della pelle: tutto su eczemi e orticaria | Altroconsumo

2022-06-03 20:48:25 By : Ms. Myra Gu

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Dermatite atopica, eczema da contatto, orticaria sono le più diffuse malattie della pelle nel mondo occidentale. Alcune sono causate dal contatto con allergeni, altri da precisi stimoli fisici (come il freddo), dall’esercizio fisico oppure dagli stress emotivi. Ma quali differenze ci sono? Come si curano? Quali sono i detergenti e le creme idratanti giuste per le pelli a tendenza atopica? Ecco tutto quello che c’è da sapere su questi comuni problemi di pelle.

La pelle è un organo di importanza fondamentale: come una barriera, ci difende da microrganismi e sostanze irritanti o tossiche ostacolandone l’ingresso nell’organismo; ci impermeabilizza e previene che il corpo perda troppi liquidi; attraverso il sudore, invece, permette al corpo di disperdere il calore in eccesso e di regolare la temperatura interna; la melanina prodotta da alcune sue cellule specializzate ci protegge dai danni dei raggi solari; infine, dalla pelle - attraverso le sue strutture sensoriali - riceviamo informazioni sul mondo esterno e su possibili minacce.

La pelle, insomma, è uno scudo che ci protegge dalle aggressioni. Purtroppo, però, questo scudo può non funzionare alla perfezione e al contrario, essere particolarmente reattivo e difensivo verso stimoli esterni ed interni, normalmente innocui. Con la conseguenza di soffrire di sintomi molto fastidiosi e duri da sopportare. Questo avviene, ad esempio, quando si soffre di alcuni problemi di pelle, come eczemi e orticaria, i due temi di questo dossier.

Eczema è un termine generico che deriva dal greco ekzein (“bollire”), usato appunto per indicare particolari reazioni infiammatorie della cute che si presentano con arrossamento, bruciore, dolore e/o prurito. Gli eczemi sono di solito causati dal contatto con sostanze irritanti che infiammano la cute nel punto di contatto (dermatiti da contatto), ma in soggetti predisposti gli eczemi possono presentarsi senza una particolare esposizione o legame con sostanze irritanti, fin da bambini.

È questo il caso dell’eczema atopico, noto anche come dermatite atopica, una malattia infiammatoria cronica della pelle che si manifesta principalmente con cute secca, arrossata, infiammata ed escoriata, accompagnata da un intenso prurito. Al contrario delle dermatiti da contatto, non è l’esposizione diretta a sostanze irritanti a causare le manifestazioni cutanee, ma piuttosto una predisposizione del soggetto a reagire a stimoli ambientali di norma innocui, che si combina con una cute con una scarsa funzione di barriera. Non a caso, questo problema di pelle si presenta fin dall’infanzia (di solito si manifesta entro i 5 anni d’età) e con maggiore frequenza nei figli di padre e madre che soffrono di rinite allergica o asma o che hanno sofferto di dermatite da piccoli (soggetti definiti, appunto, “atopici”). Inoltre, di frequente, con il passare del tempo i bambini con eczema atopico sviluppano loro stessi una rinite allergica o l’asma. E purtroppo, nei paesi occidentali la percentuale di chi ne soffre è sempre più alta: dal 5% al 20% dei bambini sembra soffrirne nei paesi occidentali, ma si arriva al 50% se consideriamo i figli di genitori “atopici”.

Nonostante questo legame con condizioni chiaramente allergiche, cioè caratterizzate dalla sensibilizzazione e dalla reattività a sostanze innocue, la dermatite atopica non è riconducibile, né causata da un particolare allergene o gruppo di allergeni, né origina da una classica risposta allergica: si tratta, come detto, di un difetto di barriera cutanea che rende dei soggetti con una “costituzione atopica” più esposti all’interazione e alla reazione difensiva ad agenti esterni, compresi i più comuni allergeni.

A differenza dell’eczema atopico, l’orticaria non è una malattia cronica della pelle, ma una risposta infiammatoria a stimoli irritanti di varia natura. Le zone di cute affette da orticaria presentano solitamente dei rigonfiamenti superficiali (i cosiddetti pomfi), più o meno grandi ed estesi, di solito raggruppati, associati a prurito. I pomfi sono provocati da una risposta simil-allergica messa in atto dall’organismo, tuttavia i fattori che scatenano l’orticaria non sono sempre classici allergeni o sostanze irritanti, ma possono essere stimoli di natura fisica (per esempio, i cambiamenti di temperatura, la pressione sulla cute, gli stress fisici ed emotivi). Si tratta, come per la dermatite atopica, si tratta di un fenomeno decisamente comune: un episodio acuto di orticaria si manifesta almeno una volta nella vita in circa il 20% della popolazione. In casi molto meno frequenti, l’orticaria può essere cronica, ma in questo caso è spesso complesso ricondurre il fenomeno a cause specifiche.

L’eczema atopico o dermatite atopica ha varie manifestazioni cutanee. Le più comuni sono:

L’intensità e la frequenza dei sintomi sono variabili da persona a persona. Possono presentarsi in modo continuo o episodicamente. Nella maggior parte dei casi l’eczema si manifesta nei primi mesi dopo la nascita e può durare per tutta la vita con fasi alterne di miglioramento o completa scomparsa dei sintomi e improvvisa ricomparsa delle manifestazioni cutanee, in maniera più o meno grave.

Nelle forme più gravi ampie zone del corpo possono risultare infiammate, secche, escoriate e accompagnate da un prurito incessante che rende davvero difficile vivere in serenità la propria vita quotidiana. Il continuo grattamento e sfregamento delle aree infiammate può portare la cute ad inspessirsi - fenomeno che in gergo tecnico è definito “lichenificazione” - formando placche e chiazze squamose che si erodono col grattarsi. La pelle escoriata è anche più soggetta ad infezioni batteriche.

I sintomi compaiono solitamente nella prima infanzia, durante il primo anno di vita, in bambini con una storia familiare di problemi allergici. Le prime lesioni infiammatorie in genere compaiono sul viso, sulle palpebre, sul cuoio capelluto e dietro le orecchie, per poi col tempo estendersi al collo, al tronco e alle zone di flessione degli arti: le pieghe delle braccia, dietro le ginocchia, ai polsi e alle caviglie.

Le lesioni provocano grande prurito particolarmente durante la notte, e questo turba enormemente la tranquillità, anche dei familiari, soprattutto se si tratta di bambini piccoli. Il prurito, infatti, provoca un circolo vizioso in cui le lesioni si aggravano ulteriormente, per cui è di fondamentale importanza che il paziente eviti di grattarsi.

Nonostante l’eczema atopico migliori col tempo e solo una minoranza dei bambini continui a soffrirne da adulti, crescendo si tende comunque a soffrire di pelle secca e facilmente irritabile e di eczemi da contatto, specialmente alle mani. Per esempio, le allergie da contatto al nichel, il più comune allergene da contatto, sono due volte più comuni rispetto ai pazienti non atopici. L'uso frequente di prodotti per trattare la pelle espone il paziente a numerosi potenziali allergeni, e la dermatite da contatto allergica provocata da questi prodotti può complicare la gestione della dermatite atopica.

Inoltre, col tempo, si tende a sviluppare rinite allergica e asma, una progressione che solitamente viene chiamata “marcia atopica” o “marcia allergica”. I casi di dermatite più grave spesso hanno anche allergie di tipo alimentare.

Le persone con dermatite atopica hanno spesso alcuni segni distintivi, come l’iperlinearità palmare (palmi delle mani con solchi accentuati e numerosi), i solchi di Dennie-Morgan (caratteristiche pieghe cutanee, singole o doppie, sotto le palpebre inferiori) e il segno di Hertoghe, cioè il diradamento laterale delle sopracciglia, che si presenta anche in altri disturbi.

Le dermatiti da contatto hanno sintomi simili a quelli dell’eczema atopico: la zona colpita si arrossa, compare un prurito intenso, si formano piccole vesciche che si rompono nel momento in cui il paziente si gratta. La pelle tende a tornare secca e squamosa. L’eczema acuto si accompagna spesso a tumefazione, dolore, bruciore e febbre.

Questi sintomi compaiono nel punto di contatto della pelle con la sostanza irritante o allergenica. Le sostanze irritanti tendono a dare più dolore che prurito e reazioni più veloci a manifestarsi (al massimo un paio d’ore dopo il contatto) e andare via (di solito in 24-48 ore). Le dermatiti causate da allergeni sono più pruriginose che dolorose e più lente a manifestarsi. Quando è scatenata da un allergene a cui si è sensibili, l’eczema appare solo dopo 24-72 ore dal contatto.

Le lesioni, proprio perché sono legate all’esposizione diretta, possono assumere forme particolari, come strisce (quando il contatto avviene per sfregamento) o avere forme definite (per colpa di contatti prolungati). Dalla zone in cui è avvenuta l’irritazione, per colpa del grattamento gli eczemi possono estendersi a una zona più ampia della pelle e permanere anche per più giorni (se l’esposizione alla sostanza è stata prolungata e/o ripetuta). Le mani sono spesso colpite perché entrano in contatto con varie sostanze, ma non sui palmi, che hanno strati cornei spessi che resistono alla penetrazione delle sostanze.

L’orticaria si presenta con zone di cute in rilievo, di solito ben circoscritte, arrossate e pruriginose. Questi rilievi o rigonfiamenti della pelle, detti pomfi, possono essere molto piccoli (1-2 mm) oppure molto grandi, arrivando fino a un’ampiezza di più centimetri di diametro. Hanno di solito bordi chiaramente definiti, con un centro più chiaro e tendono a raggrupparsi, coprendo porzioni ampie della cute, dalla forma irregolare. Possono comparire in qualunque parte del corpo.

In genere, l’orticaria compare e poi scompare. Un pomfo o una zona con più rigonfiamenti può persistere per diverse ore (anche 24 o 48 ore) per poi scompare e in seguito apparire altrove. Una volta scomparsa l’orticaria, la pelle appare del tutto normale. In questi casi si parla di orticaria acuta ed è quasi sempre attribuibile ad uno stimolo preciso: l’assunzione di un farmaco, di una sostanza o di un alimento, o il cambiamento di temperatura. L’orticaria cronica invece dura parecchi mesi e la sua origine può raramente essere identificata con sicurezza. Può essere dovuta a problemi autoimmuni.  Ci sono anche forme familiari di orticaria, dovute ad un particolare deficit ereditario di una proteina del sangue, che sono però molto rare.

L'orticaria può anche essere accompagnata da angioedema, una reazione infiammatoria che avviene  in uno strato più profondo, sotto la pelle (mentre l’orticaria è superficiale) e che si manifesta con un caratteristico rigonfiamento del viso, delle palpebre e delle labbra.. Può essere pericoloso se si verifica un'ostruzione delle vie aeree a causa di rigonfiamento della laringe o della lingua. L'angioedema può manifestarsi a livello intestinale e presentarsi come coliche addominali. Per un approfondimento, abbiamo predisposto una specifica FAQ (vedi più avanti)

La dermatite atopica si distingue dalle dermatiti da contatto per il fatto che le infiammazioni cutanee non avvengono in aree venute a contatto con una determinata sostanza. Come suggerisce il nome, la dermatite atopica o eczema atopico tende a presentarsi nelle persone che hanno una costituzione atopica, cioè tendente a reagire a stimoli ambientali normalmente innocui. Come già spiegato, è molto frequente che i bambini che ne soffrono abbiano genitori o parenti affetti da rinite allergica e asma, o da eczema da bimbi, e che negli anni a venire questi bambini sviluppino queste due malattie. C’è quindi una “costituzione atopica” che predispone questi bambini allo sviluppo di questo problema. Tuttavia, la dermatite atopica non è una malattia di natura allergica per come la intendiamo comunemente: infatti, non c’è un chiaro ed evidente legame con determinati allergeni, il cui evitamento di norma non migliora i sintomi.

Il difetto primario alla base della dermatite atopica è un’alterazione della funzione di barriera della cute, che rende la pelle più vulnerabile all’ingresso di agenti e sostanze esterne, cosa che si accompagna ad una predisposizione a reagire in modo difensivo a stimoli ambientali normalmente innocui, come sono appunto gli allergeni. Cosa però causi questo problema, cioè quali difetti cutanei e immunitari siano alla base del problema, non è ancora del tutto definito. Si è ormai compreso, però, che i fattori causali sia vari, in un intreccio tra predisposizione genetica e fattori ambientali.

La genetica ci aiuta a capire quanto la “funzione di barriera” della cute sia al cuore del problema. Uno dei più chiari fattori di rischio di tipo genetico per la dermatite atopica è la mutazione del gene della filaggrina, una proteina molto presente nelle cellule dello strato corneo della pelle, cioè lo strato superficiale della pelle. La filaggrina contribuisce all’integrità strutturale e alla compattezza della barriera cutanea. Se una mutazione ne causa la perdita della funzione, la barriera cutanea diviene più debole e più facilmente penetrabile da irritanti e allergeni, e la cute più prona a secchezza eccessiva, irritazione, dermatite e infezioni cutanee.  La mutazione del  gene della filaggrina è frequente nella popolazione europea e i soggetti che la ereditano da entrambi i genitori hanno un rischio elevato di dermatite atopica grave.

Sia chiaro però che si tratta solo di un fattore di rischio e non della causa della dermatite atopica: la gran de maggioranza degli affetti, infatti, non ha ereditato alcun difetto genetico e gran parte dei portatori non ha alcun problema cutaneo. Mutazioni della filaggrina non sono quindi né sufficienti, né necessarie per sviluppare una dermatite atopica. Allo sviluppo del disturbo concorrono meccanismi immunologici e cause ambientali, in una interazione che non è ancora del tutto chiara.

Insomma, nonostante ci sia un legame con lo sviluppo di malattie tipicamente allergiche, la dermatite atopica non è in realtà una malattia allergica come normalmente la intendiamo. E infatti la relazione tra la comparsa dei sintomi e il contatto con un particolare allergene non è chiaramente evidente nell’eczema atopico come lo è, per esempio, per la rinite allergica.

Le sostanze irritanti o gli allergeni più classici (come pollini, muffe, acari della polvere, pelo d’animali, o alimenti come la soia, le uova, gli arachidi, il latte, …etc) non sono la causa della dermatite atopica, ma possono peggiorarla, aumentando il prurito e gli altri fastidi.

Tra i prodotti a cui prestare particolare attenzione, ci sono la lana (tipicamente le persone affette da dermatite atopica non tollerano il contatto con la lana) e le fibre artificiali, i saponi e detergenti, alcuni cosmetici (come profumi e trucchi), la polvere, la sabbia o il fumo di sigarette.

Inoltre, sembra che l’eczema si aggravi con il freddo, particolarmente in alta quota dove l’aria è molto secca. Anche gli eccessivi lavaggi, i lunghi bagni o docce, le escursioni termiche  e la sudorazione sono fattori scatenanti i sintomi.

Da non sottovalutare, infine, lo stato psico-emotivo: nei momenti di stress, rabbia e frustrazione ci può essere un peggioramento dell’irritazione cutanea (ma non ne sono solitamente la causa).

L’eczema da contatto o dermatite da contatto è invece una reazione a sostanze chimiche che irritano direttamente la pelle o ad allergeni che innescano una risposta allergica cutanea.

Il danno sulla cute è diretto e nella sede di contatto, può essere provocato da diversi agenti, tra cui la polvere di alcune sostanze (cemento, amianto, fibra di vetro), i detergenti domestici, le plastiche, le colle, le pitture, i prodotti cosmetici e i profumi. L’esempio più comune è il contatto per motivi professionali con metalli come cromo, cobalto, nichel (molto usati in edilizia) oppure con materie plastiche come le resine epossidiche.

Ecco una lista di sostanze note per dare dermatiti da contatto:

L’orticaria, così come l’angioedema, possono essere chiare reazioni allergiche a sostanze che vengono toccate, inalate, ingerite o iniettate o toccate. In questi casi, infatti, la risposta infiammatoria che si scatena contro la sostanza incriminata comporta la liberazione di istamina e di altri mediatori chimici (da parte delle cellule del sistema immunitario) che causano la dilatazione dei vasi sanguigni e l’accumulo di liquidi a livello della pelle, causando così i rigonfiamenti e i rilievi cutanei. Questa risposta può quindi essere causata da allergeni classici, così come può originare dal contatto con determinate sostanze chimiche (come alcuni farmaci o il lattice) o da stimoli fisici e stress emotivi, che per ragioni non ancora del tutto comprese innescano una risposta simil-allergica in alcuni individui sensibili.

Ecco una serie di stimoli irritanti spesso associati ad orticaria:

Nel caso dell’orticaria cronica (che si protrae per settimane, almeno sei di seguito) la causa rimane spesso sconosciuta. Nonostante le sostanze scatenanti possano essere le stesse che scatenano gli attacchi acuti, nelle orticarie che durano settimane o mesi diventa complesso capire quasi siano gli stimoli colpevoli. A volte, la causa viene facilmente trascurata, come quando gli individui ripetutamente consumano un alimento che contiene un conservante o un colorante che non viene ritenuto possa scatenare il problema. La maggior parte dei casi di orticaria cronica che non ha una causa identificabile si ritiene essere dovuta a una reazione autoimmune che a sua volta non ha cause note. Comunque, si deve fare tutto il possibile per identificare la causa, in quanto l’eliminazione della causa è il migliore approccio di trattamento.

L’orticaria cronica può durare per mesi o anni, e quindi a volte sparire senza una ragione evidente.

Sebbene la dermatite atopica abbia delle caratteristiche abbastanza chiare, non sempre è facile riconoscerla, specie se lieve, perché può essere confusa con altre dermatiti o problemi della pelle. La diagnosi si basa quindi sull’esaminazione delle lesioni cutanee e dei sintomi che le accompagnano, completato da una serie di domande mirate sulla storia clinica del bambino e della famiglia. È infatti importante capire se si soffre di dermatite fin da piccoli e se i genitori ne soffrono o ne hanno sofferto, perché la dermatite atopica ha una spiccata familiarità. Anche il soffrire o avere in famiglia soggetti affetti da rinite allergica, asma allergico o allergie alimentari è un indizio utile.

Non esiste un test di laboratorio che permetta di fare una diagnosi definitiva.  Molti test cutanei allergologici (come il Prick test) danno un risultato positivo, soprattutto nei bambini, ma sono di scarso interesse quanto all’origine dell’eczema. La misurazione delle immunoglobuline E (IgE) nel sangue può aiutare a porre la diagnosi, che però rimane prettamente clinica, cioè basata sulla storia e sui sintomi e segni del paziente.

Quando l’eczema è ben localizzato, cioè compare nel punto di contatto con una sostanza, formulare una diagnosi risulta abbastanza semplice. La valutazione delle alterazioni cutanee e un’indagine sulle più recenti o frequenti esposizioni a sostanze sono di solito sufficienti.  Devono essere presi in considerazione l'occupazione del paziente, gli hobby, i lavori domestici, i luoghi di villeggiatura, gli indumenti, l'uso di farmaci ad uso cutaneo e i cosmetici. Quando invece l’eczema è presente da tempo in punti diversi, la cosa si fa più complicata. Quando il fattore scatenante non viene chiaramente identificato tramite le informazioni del paziente, il metodo diagnostico utilizzato è il Patch test che consiste nel mettere a contatto con la pelle dell’ammalato alcuni dischetti contenenti le sostanze da testare a determinate concentrazioni. I dischetti sono mantenuti sulla cute per un periodo di 48-72 ore mediante cerotti. Tolti questi, lo specialista esamina se in una o più zone di applicazione delle sostanze sono presenti arrossamento o prurito o vescicole.

Di fronte ad un episodio di orticaria non bisogna allarmarsi, a meno che non si abbia una reazione molto forte  - con il respiro che diventa affannoso e sibilante, e la sensazione di svenire o di confusione mentale - o un angioedema, con rigonfiamento della gola e della lingua, che possono impedire la respirazione. In questi casi, è meglio recarsi in pronto soccorso. Negli altri casi, ci si può recare con calma dal medico per raccontargli l’accaduto.

Dato che non esistono esami per l'orticaria, la diagnosi si basa sulla storia del paziente e sull’esame delle reazioni cutanee. L'orticaria acuta è quasi sempre dovuta a qualche specifica sostanza (ad esempio, un farmaco) o ad uno stimolo fisico. Tuttavia, non è sempre capire la causa, perché si può diventare sensibili a sostanze che abbiamo sempre ben tollerato.

Per aiutare il medico, bisogna dare una descrizione dettagliata dei singoli episodi di orticaria, che comprende distribuzione, dimensioni e aspetto delle lesioni; frequenza e durata delle lesioni. È importantissimo riferire le attività e le esposizioni durante, immediatamente prima, e nelle ultime 24 h dalla comparsa di orticaria. I medici devono esplicitamente indagare la recente attività fisica, l'esposizione a potenziali allergeni (sia respirabili, come pollini e muffe, sia ingeribili, come arachidi, noci, crostacei, uova, latte, soia), morsi o punture di insetti, condizioni di stress e ansia, se la reazioni è avvenuta dopo l’esposizione al freddo, luce solare o altro stress di natura fisica e in particolare l’assunzione di farmaci.

Per quanto riguarda queste affezioni, ogni caso è particolare, quindi anche le precauzioni da prendere dovranno essere molto specifiche.

Cominciando dalla prima infanzia, se nella famiglia ci sono precedenti di atopia, la prima precauzione è di alimentare il neonato, almeno per i primi sei mesi di vita, solo con il latte materno. L’esclusione di qualsiasi altro tipo di latte o alimento non è però quasi mai una misura sufficiente a prevenire la comparsa di un eczema. Durante lo svezzamento, i differenti alimenti andranno introdotti progressivamente e uno alla volta, in modo da rendere più agevole e rapida l’identificazione di quello che il bambino non tollera. Gli alimenti da introdurre con maggiore prudenza sono il latte vaccino, le uova e il succo d’arancia, che comunque possono essere proposti al bambino solo dopo il compimento di un anno di età. Inoltre, è meglio evitare la vicinanza di cani, gatti, cavalli e criceti. Questi animali possono provocare un aggravamento dell’eczema non solo per contatto diretto, ma anche tramite la saliva o gli escrementi, anche secchi.

Nel caso degli adulti, la prevenzione non può prescindere da queste informazioni:

La dermatite atopica tendenzialmente migliora con l’età, ma possono comunque esserci momenti di in cui la malattia si ripresenta, sia durante l’adolescenza, sia durante l’età adulta. La cura ha quindi un duplice obiettivo: placare le fasi acute, ma soprattutto evitare che la dermatite si ripresenti.

Per ottenere questi obiettivi bisogna:

Il tipo di trattamento varia a seconda dell’età, dell’intensità e frequenza dei sintomi.

Per spegnere l’infiammazione il dermatologo potrebbe prescrivere dei farmaci. Nei casi di intensità moderata si prescrivono farmaci sotto forma di creme, pomate o gel. Nelle forme più gravi invece, si può ricorrere alla fototerapia e a farmaci immunosoppressori, che spengono l’infiammazione agendo sul sistema immunitario. Li vediamo nel dettaglio nella prossima FAQ.

Oltre ai farmaci, è necessario avere una buona cura della pelle, con detergenti per la pulizia e creme dalla funzione idratante e emolliente che siano adatti. Poco più avanti c’è una FAQ specifica che entra nel dettaglio delle formulazioni di detergenti e idratanti che più si adattano alle pelli atopiche.

L’uso di creme idratanti e lozioni è un cardine della cura. Gli emollienti al loro interno aiutano la pelle – che nella dermatite atopica ha un film lipidico alterato - a mantenere le sue funzioni di barriere, consentendole anche di seccarsi di meno. Un accorgimento che chi soffre di dermatite atopica dovrebbe avere è proprio quello di mantenere la cura della pelle come buona abitudine anche nei periodi in cui non c’è un’infiammazione in corso.

Inoltre le creme aiutano l’assorbimento dei farmaco, da applicare circa un’ora dopo aver messo la crema idratante. A meno che non ci sia una forte infiammazione in corso: in questo caso l’uso di un idratante potrebbe essere poco tollerato, quindi meglio far passare prima la fase più acuta con le terapie farmacologiche.

La prima misura ma mettere in atto, come si può facilmente immaginare, è eliminare il contatto con la sostanza responsabile. La reattività alle specifiche sostanze, di solito, dura tutta la vita. Pertanto è meglio prendere provvidenti per identificarle chiaramente ed evitarle per tutta la vita. Questo potrà comportare difficoltà pratiche nella vita quotidiana, professionale e domestica.

l trattamento dell’irritazione è semplice: oltre agli impacchi freddi, si utilizzano creme a base di cortisonici e nel caso ci sia prurito intenso, farmaci antistaminici per bocca. La guarigione può richiedere fino a 3 settimane dopo l'interruzione dell'esposizione.

Una volta determinata la causa, la prima cosa da fare, come sempre, è di evitare il fattore scatenante: l’alimento, il farmaco, il freddo, il sole, ecc.

Non esiste nessun farmaco che curi veramente l’orticaria. In genere, le lesioni scompaiono dopo pochi giorni e non si manifestano più. Tuttavia, ci sono casi in cui diventano croniche.

Nella terapia, i farmaci di prima scelta sono gli antistaminici, somministrati per via orale. Hanno un’efficacia variabile, soprattutto nei casi acuti, ma tendenzialmente portano ad un miglioramento del prurito e del gonfiore. Devono essere assunti regolarmente, una volta al giorno, piuttosto che al bisogno. I principi attivi d’elezione sono la cetirizina, la fexofenadina, la desloratadina e la levocetirizina. Non vengono utilizzate creme e lozioni antistaminiche perché potrebbero sensibilizzare la cute e peggiorare il prurito. Anche i cortisonici topici non sono di norma utilizzati.

I farmaci cortisonici per bocca (come il prednisone) vengono utilizzati se i sintomi sono gravi e gli altri trattamenti non sono efficaci. Questi vengono assunti per il più breve tempo possibile. Nel caso di reazioni molto gravi o di angioedema è meglio recarsi in pronto soccorso per ricevere cure immediate: di norma viene somministrata l’adrenalina. Chi è soggetto a tali reazioni dovrebbero sempre avere a portata di mano una penna di adrenalina auto-iniettante e, se si verifica una reazione, dovrebbero usarla immediatamente.

In circa la metà dei casi di orticaria cronica, quest’ultima scompare senza alcun trattamento nell’arco di 2 anni. In alcuni individui adulti, si possono provare terapie con farmaci specifici, come la doxepina, un vecchio farmaco antidepressivo che ha anche azione antistaminica. L’anticorpo monoclonale omalizumab è un trattamento utilizzabile per l’orticaria cronica spontanea, da usarsi nei pazienti che non rispondono agli altri trattamenti. I dati sulla sua efficacia sono limitati.

Come già spiegato nel capitolo sull’orticaria, l’angioedema è una reazioni particolarmente forte, che causa un gonfiore diffuso, generalmente coinvolgendo il viso, le palpebre, le labbra e il collo. l gonfiore, infine, può presentari anche sul dorso delle mani o dei piedi o sui genitali. L'edema dell'intestino può causare nausea, vomito, coliche addominali, e/o diarrea.

Nei casi più preoccupanti, il gonfiore coinvolge la lingua e la gola, ostruendo le vie aeree e impedendo la respirazione (il respiro diventa sibilante, simile all’asma). In questi casi è necessario recarsi in pronto soccorso per ricevere cure immediate. Di norma viene somministrata adrenalina, come si fa per uno shock anafilattico. Il trattamento libera rapidamente le vie respiratorie.

Chi è soggetto a tali reazioni dovrebbero sempre avere a portata di mano una penna di adrenalina auto-iniettante e, se si verifica una reazione, dovrebbero usarla immediatamente.

Per fortuna, la maggior parte delle reazioni è autolimitante e non si ripresenta. La cura in questi casi consiste nell’evitare lo stimolo. A volte la causa è facilmente identificabile, come l’esposizione a farmaci, mezzi di contrasto, alimenti, punture di insetto; altre volte invece, la causa non viene identificata. Tra i farmaci più classicamente collegati a casi di angioedema ci sono i farmaci per la pressione della classe degli ACE-inibitori (come l’enalapril, il ramipril, il perindopril e il captopril).

Per dermatiti atopiche di lieve o moderata intensità possono essere prescritti due tipi di pomate, gel o creme antinfiammatorie e anti-prurito. Grattare le lesioni pruriginose comunemente aumenta il prurito e quindi anche l'istinto di grattarsi. L'interruzione di questo ciclo prurito-lesione-prurito è fondamentale. Gli antistaminici orali possono aiutare a lenire il prurito per via delle loro proprietà sedative, ma il cardine della terapia sono le pomate cortisoniche, in quanto molto efficaci nel sopprimere infiammazione e prurito.

I farmaci a base di cortisonici, anche per uso locale, sono sempre prescritte dal medico. Il dermatologo che sceglierà il corretto principio attivo e la gusta terapia in base alla gravità dell'eczema, all’età e all’area del corpo coinvolta.  Gli effetti dermatologici indesiderati dei corticosteroidi ad uso cutaneo, come l'assottigliamento della pelle, le smagliature (striae distensae) e le infezioni della pelle, possono verificarsi a seconda della potenza del cortisonico utilizzato, della durata del suo utilizzo e della zona cutanea in cui viene utilizzato.

Per le zone più delicate come il viso oppure per i bambini sono preferibili i cortisonici meno potenti a base di idrocortisone. Solitamente viene consigliata un'applicazione al giorno; si passa a due, se non c'è un'adeguata risposta al farmaco. I cortisonici come il mometasone o il metilprednisolone hanno il vantaggio di richiedere una sola applicazione al giorno. Le applicazioni devono seguire le istruzioni del medico e bisogna ricordarsi che la quantità di farmaco che sta su un polpastrello basta a medicare circa un palmo di cute (è la cosiddetta fingertip unit).Per chi ha frequenti ricadute, potrebbe essere considerata una terapia di mantenimento che prevede l'applicazione del farmaco due volte a settimana.

L'uso prolungato ed esteso di corticosteroidi a elevata efficacia va però evitato, soprattutto nei neonati, per evitare la soppressione delle funzioni delle ghiandole surrenali. I corticosteroidi devono essere sempre interrotti una volta che l'infiammazione cutanea è controllata e non devono mai essere utilizzati per prevenire le recidive.

L’uso dei corticosteroidi per bocca è limitato a pochissimi casi, dato che la cura con le creme cortisoniche di solito risolve anche eczemi atopici gravi. Vanno usati in situazioni d’emergenza. Inoltre, la dermatite atopica tende a riacutizzarsi quando i corticosteroidi per bocca vengono sospesi e vanno necessariamente usati altri trattamenti mentre vengono gradualmente sospesi.

I farmaci immunosoppressivi devono essere usati con molta prudenza e dovrebbero essere prescritti solo per forme di eczema atopico resistenti o intolleranti all’uso dei cortisonici, mai nei bambini sotto i 2 anni e nei pazienti con deficit immunitari, solo per brevi periodi di tempo e sempre alla dose minima. Parliamo dei farmaci della classe delgi inibitori della calcineurina, come il pimecrolimus e il tacrolimus che si trovano in commercio con il nome di Elidel e Protopic. Sono farmaci ad uso locale considerati efficaci, anche se per ora mancano studi a lungo termine. In particolare, il tacrolimus è efficace come i corticosteroidi, mentre il pimecrolimus sembra esserlo di meno. Tuttavia, in assenza di studi che dimostrino la loro sicurezza nel lungo periodo, il loro vantaggio rispetto ai corticosteroidi locali non è ancora chiaro. Ci sono preoccupazioni piuttosto rilevanti rispetto all'aumento del rischio di tumori della pelle e linfomi legati all'uso di questi farmaci; per questo sono sotto monitoraggio. Rispetto ai cortisonici non causano l’atrofia della pelle, potrebbero quindi essere scelti per le parti più delicate come viso e inguine.

Per ultimo, un accenno alla fototerapia, anche se non si tratta di una terapia farmacologica. La fototerapia con gli ultravioletti B a banda stretta è utile per le dermatiti atopiche estese, in particolare quando un'adeguata cura della pelle e i trattamenti farmacologici non riescono a controllare l'infiammazione. La fototerapia non sembra aumentare il rischio di cancro della pelle, ma questo rimane un problema, in particolare quando usata nei bambini o per lunghi periodi di tempo. Questo rischio deve essere valutato rispetto ai rischi di altri trattamenti, dopo il fallimento di un'adeguata cura della pelle e dei trattamenti ad uso locale. L'esposizione naturale al sole è un'alternativa quando la fototerapia non è disponibile.

Le corrette pratiche di igiene quotidiana sono alla base della cura della dermatite atopica.

Una pulizia quotidiana della pelle è fondamentale per prevenire potenziali infezioni batteriche e al contempo eliminare le crosticine, quando la pelle è escoriata. Non sono necessari detergenti con antibatterico (sostanzialmente inutili per la durata limitata dell’azione e dannosi per il problema dell’antibiotico resistenza) in quanto è l’azione meccanica della pulizia a fare la differenza. Attenzione: la pulizia deve essere attenta ma gentile, evitando l’eccessivo sfregamento.

Per quali detergenti usare, vi rimandiamo alla specifica FAQ sui prodotti per le pelli atopiche.

La durata dei bagni o delle docce (dei lavaggi in generale) deve essere limitata: le le linee guida raccomandano di non impiegarci più di 5 minuti, un tempo davvero breve. Ma al di là del rispetto di questa indicazione puntuale, il messaggio da tenere a mente è che le lunghe docce o i lunghi bagni caldi sono deleteri per chi soffre di questi disturbi. Anche la frequenza dei bagni e delle docce deve essere limitata ad una volta al giorno. L’acqua deve essere tiepida, in quanto l’acqua calda causa una vasodilatazione e aumento del prurito. Può risultare benefica l’aggiunta di amido o bicarbonato oppure di oli emollienti da diluire in acqua. Dopo il bagno o la doccia, meglio tamponare la pelle per asciugarla, invece di sfregarla.

Gli unguenti o la crema idratante vanno applicata quando la pelle è ancora umida. I prodotti contenenti ceramide sono particolarmente utili. Ve ne parliamo in una FAQ specifica.

I farmaci ad uso cutaneo vanno invece applicati ad almeno un’ora di distanza dall’applicazione della crema idratante, che lo ricordiamo è un caposaldo della cura.

In commercio ci sono molti detergenti per la pulizia quotidiana e prodotti emollienti/idratanti “adatti a pelli atopiche” o “con tendenza atopiche”. Si tratta di cosmetici che hanno formulazioni che escludono alcuni ingredienti d’uso comune nei prodotti classici, ma che possono risultare irritanti o troppo aggressivi per chi ha una pelle sensibile.

In questi prodotti sono tendenzialmente assenti ingredienti “sensibilizzanti”, quelli che chi ha la dermatite atopica deve evitare: si tratta delle 26 fragranze allergeniche dell’elenco europeo, dei profumi e di altre sostanze note per essere in grado di scatenare reazioni indesiderate, come alcuni conservanti (methylisothiazolinone o cessori di formaldeide).

Nella lista degli ingredienti dei detergenti “adatti a pelli atopiche” o “per pelli con tendenza atopiche” è di solito assente il Sodium Lauryl Sufate (SLS), un tensioattivo molto efficiente di norma presente nei detergenti classici. L’SLS può essere troppo aggressivo per pelli delicate. In questi detergenti ci sono di solito miscele di tensioattivi meno aggressivi, con un’azione non troppo sgrassante, che non impoverisce il già debole manto idrolipidico della pelle dei soggetti atopici. Sono invece presenti sostanze grasse emollienti, proprio a contrastare i potenziali effetti “sgrassanti” del lavaggio: tra questi figurano vari oli vegetali (olio di mandorla, olio di ricino), alcoli grassi e esteri.

I prodotti emollienti e idratanti sono presenti in diverse forme: creme vere e proprie, latti dalla consistenza più fluida e balsami più corposi. Lo scopo di questi prodotti è lo stesso: aiutare lo stato superficiale della pelle  reintegrando da una parte il contenuto di acqua  e dall’altra un insieme di altre sostanze carenti.

In condizioni normali, il naturale film idrolipidico presente sulla pelle mantiene l’epidermide idratata. Nel caso di pelle molto secca o di pelle atopica non abbiamo un’efficiente azione del film idrolipidico, per cui l’utilizzo di prodotti idratanti ed emollienti si rende necessario.

Questi ingredienti costituiscono la base dei prodotti idratanti in generale e non sono esclusivi dei cosmetici per pelli a tendenza atopica. Più tipiche di questi prodotti sono le ceramidi, sostanze di natura lipidica normalmente presenti nello strato più esterno dell’epidermide, in cui agiscono come materiale coesivo della barriera cutanea. Grazie alla glicerina, agli oli e ai grassi, ma soprattutto grazie alle ceramidi, queste creme hanno la funzione di rendere la pelle meno secca e quindi di aiutare il suo effetto barriera.

Le affermazioni che spesso questi prodotti fanno sul ricostituire il film lipidico della pelle o ricomporre la barriera protettiva cutanea sono però da ritenersi eccessive, in quanto questi prodotti rimangono sulla pelle un tempo decisamente troppo breve per poter avere un effetto tale.

Come per i prodotti detergenti, anche in questo caso vengono impiegati (e vantati in etichetta) ingredienti con proprietà lenitive come la niacinamide e derivati della liquirizia (Glycyrrhiza glabra): anche in questi casi è necessario tenere a mente che spesso le proprietà vantate del singolo ingrediente non sono trasferibili automaticamente al prodotto finito.

Quanto alla sicurezza, data l’assenza di ingredienti critici per dei soggetti sensibili questi prodotti possono essere la scelta giusta, tenendo conto che per essere sicuri che il prodotto che si sta per acquistare sia veramente privo di ingredienti scomodi è bene controllare l’etichetta. In particolare, andrebbero preferiti detergenti delicati non contenenti SLS ed evitati in tutti i prodotti alcuni ingredienti tra cui:

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